Pirati Castenaso in A1: Franco Pesaresi ci racconta la stagione vincente

Continuano le interviste ai vincitori della Serie A2 Maschile e questa volta è il turno dei Pirati del Castenaso: a raccontarci questa vincente stagione è Franco Pesaresi, mister che ha guidato la squadra alla conquista della promozione.

Pirati Castenaso A1PallamanoItalia: Il campionato è iniziato con la sconfitta a Tavarnelle, eppure siete riusciti a vincere il campionato. Come racconti questa stagione? Cosa avete avuto in più rispetto alle altre squadre?
Franco Pesaresi: Questa stagione è iniziata il 26 Agosto in una pista da atletica. Durante le prime settimane ho contato quasi cinquanta atleti mettersi in gioco pieni di curiosità ed entusiasmo. Alcuni poi hanno giocato in serie B altri hanno potuto disputare il campionato under 18. Alcuni atleti della rosa hanno dovute fare scelte personali dovuti agli impegni ed al lavoro che non hanno consentito loro di proseguire al più alto livello agonistico prospettato dal Club. Naturalmente la comunicazione era stata chiara fin dall’inizio quindi, in accordo con la presidenza della squadra, avevamo deciso di partire da una categoria inferiore a quella conquistata sul campo l’anno precedente. Si manifestava la necessità di mettere in campo una nuova generazione di atleti e fornire esperienza maggiore ad atleti ancora più giovani. Nei programmi, per una serie infinita di motivi, nessuno parlava di promozione. Nell’occasione avevo l’occasione di incontrare ragazzi che avevo cresciuto dalla fondazione della Pallamano Savena, altri da esperienze di un più remoto passato che comunque avevano inalterato nello spirito la gioventù di altri tempi. Arriviamo alla prima partita di campionato con una rosa ancora forse troppo ampia per avere la consapevolezza delle proprie forze e soprattutto per avere un’intesa adeguata ad un campionato estremamente equilibrato. La prima partita ha un andamento veramente incomprensibile e dopo un vantaggio raggiunto abbastanza nettamente nella parte iniziale ci vediamo raggiunti, poi superati nel finale. Il risultato non lascia strascichi nel morale. Nell’occasione il Club, per la prima volta dall’inizio dell’attività inoltra ricorso avvisando una serie di irregolarità e siamo pronti a ripetere la partita. L’esito purtroppo o per fortuna è negativo ma il lavoro diventa sempre più dettagliato e l’attenzione posta dagli atleti è sempre maggiore. La chiave di volta della stagione arriva con il mese di gennaio quando avviene l’incontro dopo le feste e spiego ai ragazzi che per riuscire ad ottenere maggiori soddisfazioni sarà necessario riuscire ad aumentare il numero degli allenamenti e a disputare alcuni tornei, sempre compatibilmente con gli impegni studio e di lavoro di ciascuno. Servono comunque 14 giocatori per sostenere il progetto: ci sono! Si riprende in febbraio nel campo di Modena dove viene disputata la partita più brillante sotto il profilo del punteggio e del dinamismo ottenendo il primo posto che non viene più abbandonato. Dire cosa abbiamo avuto più degli altri può sembrare difficile. Semplicistico sarebbe dire fortuna anche se questa deve essere sempre dalla tua parte. Fortuna non è stata perché tutti i mancini della squadra hanno avuti incidenti importantissimi: Luca Mei si è rotto il legamenti del ginocchio in amichevole a Ferrara in gennaio privandoci dell’ala destra titolare. Federico Fantuzzi che stava giocando una stagione a dir poco brillante ed aveva ritrovato la personalità del periodo nel quale lo seguivo nell’attività giovanile ha avuto in incidente analogo nella poule promozione contro Tavarnelle. Se vogliamo essere sinceri possiamo dire la modestia. Più in dettaglio la modestia di cercare di porre in discussione che tutti giocano per vincere. La maggior parte degli atleti che ho seguito quest’anno hanno avuto la modestia di cercare di capire come potevano giocare per vincere. Tutte le squadre che abbiamo affrontato ci avrebbero dominato per caratteristiche antropometriche, altre per il numero di giocatori esperti da presentare nelle rotazioni. La mia squadra si è distinta nella ricerca di un diverso modo di giocare, basato sulla conoscenza del gioco sia in difesa che in attacco.

Castenaso

PallamanoItalia:Nella prima fase avete ottenuto solamente due sconfitte: quella appunto con il Tavarnelle e quella con il Modena. Cosa vi è mancato secondo te?
Franco Pesaresi: Della partita a Tavernelle penso di averne già parlato abbastanza, mentre nella partita in casa con il Modena direi che hanno giocato molto bene loro e ci hanno aiutato a lavorare con maggiore concentrazione nel periodo seguente. Fu comunque una bellissima partita e ricordo di avere fatto i complimenti a Nezirevic.

PallamanoItalia:Nella fase per la conquista della promozione la sola sconfitta con il Modena vi ha macchiato. Era secondo te colpa di aspetto psicologico?
Franco Pesaresi: L’ultima sconfitta con il Modena è giunta la settimana successiva l’incidente a Fantuzzi e la contemporanea indisponibilità di Arturo Cattabriga per frattura composta di una costola sempre nella partita con Tavarnelle. Francamente abbiamo provato nuove soluzioni ed abbiamo provato il rientro del 1995 Menghini e di Romagnoli al rientro da una esperienza di studi dagli USA per giocarci tutto fra le mura amiche, seppur lottando con tutte le forze per anticipare il buon proposito.

PallamanoItalia:Avete però anche ottenuto quattro vittorie ai rigori. Cosa avete avuto in più rispetto agli altri dai 7 metri?
Franco Pesaresi: Sappiamo che la percentuale di realizzazione dei rigoristi è indice della salute della squadra come lo è la percentuale di realizzazione dei tiri liberi per i giocatori di basket: abbiamo anche avuto portieri decisivi nei momenti importanti.

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PallamanoItalia:Qual è stata la vittoria più bella?
Franco Pesaresi: La vittoria più bella è sempre l’ultima: in questo caso fra le mura amiche, davanti ad un bel palazzo gremito anche di tanti amici ex giocatori e simpatizzanti. Mi piace definirlo come un capolavoro di equilibrismo, viaggiando per un’ora su un altissimo spartiacque largo come la lama di un pattino. Una vittoria con il valore di una promozione conquistata contro pronostico, che rende orgogliosi i miei giocatori e potrà far dire a loro anche a distanza di anni: io c’ero!

PallamanoItalia:E la sconfitta che più ti ha fatto incazzare?
Franco Pesaresi: Francamente ora, a pochi giorni dalla promozione e con tre sconfitte in una stagione direi di essere tranquillo nonostante un bel carattere vivace. Non sempre mi arrabbio molto per le sconfitte, più spesso per le ingiustizie, la malafede e l’ignoranza.

PallamanoItalia:Dopo aver conquistato l’A1 dovrete pensare al futuro con occhi diversi. Credi ci sarà bisogno di rinforzare il team?
Franco Pesaresi: Ancora non abbiamo fatto progetti e non ho parlato con nessuno, anche se naturalmente sono grato all’impegno dei giocatori che ho allenato fino a venerdì scorso. Ci sono poi i ragazzi dell’under 18 che già mi hanno data grandi soddisfazioni in passato come lo scudetto Under 14 le finali nazionali Under 16 ecc.

PallamanoItalia:Vuoi ringraziare qualcuno o dire qualcosa alla squadra dopo questa stagione conclusasi nel migliore dei modi?
Franco Pesaresi: Al primo posto ringrazio la mia famiglia che mi ha consentito di lavorare con piena concentrazione. L’amicizia e la sensibilità e la professionalità di Antonio Jelich sono state encomiabili, cito un aneddoto perchè era una cosa che non era mai capitata. Il mecoledì prima della promozione si è presentato da me dicendo: “Franco, abbiamo fatto una stagione straordinaria ed inattesa, spero di continuare a far festa ma sono già molto contento”.  Un’altra nota felice è stato il rapporto leale e sportivo con gli avversari a partire dal Nonantola che si è venuta a complimentare al termine della partita passando da Rubiera, Faenza, Modena, Grosseto, Scarperia. Sottolineo la disponibilità per le amichevoli di Romagna e Carpi. Gli altri ringraziamenti preferisco farli di persona appena incontrerò tutti i protagonisti della felice cavalcata.

di Dèsirèe Dalla Fontana

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