Pallamano, è tempo di riflettere…

Mente fredda. C’è di mezzo un lunedì tra l’ultima gara disputata dalla Nazionale italiana nell’ambito delle Qualificazioni ai Campionati Mondiali di Svezia 2011, e tentare almeno di buttar giù un bilancio su questa “avventura” è quasi un atto dovuto.

Che organizzazione! Si, in apertura viene da esclamare questo: viaggiare per le strade di Alcamo e dintorni, vedendo dappertutto locandine riguardanti i match (di pallamano!) del Pala Enzo D’Angelo, no, non è cosa da tutti i giorni, e dimostra la passione che la società di casa, la SoEdil Alcamo, ha messo nella gestione dell’evento.

A conferma dell’ottimo lavoro a livello comunicativo, un inserto speciale di dodici pagine allegato al “Giornale di Sicilia”, ma anche e semplicemente la risposta del pubblico: palazzetto sempre gremito, per terminare con i brividi durante l’Inno Nazionale, nella serata conclusiva. Oltre mille tifosi a sospingere gli azzurri.

Già, proprio loro, prima al centro delle polemiche, poi bravi a scendere in campo prima con il cuore e poi con le gambe, facendo tremare quelle del Montenegro. Troppo forte, comunque, è stata la delusione patita contro la Grecia, per promuovere la squadra di Equisoain, ancora incapace di giocare come potrebbe negli appuntamenti che contano.

Si introduce da sé il capitolo “Zupo”. Stando ai dati di fatto, il tecnico iberico non ha ottenuto risultati rilevanti sulla panchina italiana, mancando le qualificazioni agli Europei di quest’anno (Austria 2010), chiudendo con il settimo posto ai Giochi del Mediterraneo, ed abbandonando in anticipo le speranze di ottenere un posto ai Mondiali del 2011.

Gettare la croce addosso al Ct? No, troppo facile. Perchè, è vero, i risultati non sono arrivati. Ma per raggiungerli servirebbe, forse, una realtà diversa: un’ampia base di atleti, possibilmente tutti militanti in prima serie, dalla quale attingere, e forse un po’ di tempo in più per lavorare con gli stessi.

Si parlava di ampia base di giocatori. Quest’ultima si costruisce con un campionato di buon livello, competitivo. Pochi, decisivi stranieri, e tanti convocabili in maglia azzurra. In tal senso, si attendono novità, innovazioni, cambiamenti. Ne servirebbero. Ne avrebbe davvero bisogno questa pallamano italiana.

Il tutto a caccia di risultati. Risultati tramutabili in partecipazioni alle grandi competizioni: l’ultima, vera, risale al 1998, ai Campionati Europei casalinghi. Dodici anni fa, per la precisione. Da allora sono variati tecnici, giocatori, formule, ma la rincorsa azzurra è sempre stata vana.

Non è cambiata, nel complesso, la modalità di vivere la pallamano. Campanilismo, tanto campanilismo: predicare la crescita, criticando il vicino. Risultato: la triste mediocrità attuale, sintomo di una parabola di questa disciplina, nel nostro paese, sempre più discendente.

Ed è proprio qui che, probabilmente, la tipica formula “da matrimoni” ritorna utile: parlare ora, o tacere per sempre. Questa pallamano ha bisogno di idee e proposte. Con intelligenza, amore e passione. La svolta – di qualsiasi entità, purchè positiva per il movimento – serve subito.

di Matteo Aldamonte

52 Comments

  1. carino said:

    sabato mattina a verona si sono riunite le società del Nord. alla quasi unanimità (una sola delle società intervenute si è rifiutata di firmare, non ne faccio il nome perchè se vuole sarà il club stesso a farlo) è stato approvato un documento che chiede:

    1. abolizione dei campionati di elite e di a1. nascita di una nuova categoria (la nuova A1) composta da 2 gironi di 10 squadre ciascuno

    2. i due gironi saranno suddivisi su base territoriale (nord – sud) e si comporranno di partite di andata e ritorno, con poi ‘incroci’ per determinare la squadra campione d’Italia

    3. viene lasciata opportunità al consiglio federale di valutare se le retrocessioni siano dirette (2 per girone, 1 per girone con playout per la terza ecc) o se fare incrociare anche le ultime

    4. riduzione del numero degli stranieri a 2.

    5. naturalizzati (cioè giocatori in possesso del doppio passaporto): ammessi uno per squadra. il senso del punto 5 è che si vogliono a referto al massimo 3 giocatori non convocabili in nazionale.

    Dato che in passato si sono lette su questo forum posizioni ‘aberranti’ anche da parte di persone addette ai lavori che certe cose, vista l’esperienza di cui sono in possesso, dovrebbero invece saperle per bene, vi attacco qui la normativa adottata dalla federazione italiana pallanuoto. si tratta di una federazione che ha vinto ori olimpici e che, dopo risultati deludenti, ha deciso di tutelare la nazionale introducendo questa norma. penso che debba far riflettere.

    RPN 9.8 – Atleti con doppia nazionalità
    Con riferimento al parere 9 maggio 2008 della Corte Federale riferito alle interpretazioni delle
    norme sportive in ordine ai diritti di partecipazione all’attività federale degli atleti in possesso di
    doppia nazionalità; con riferimento al provvedimento 10 maggio 2008 del Consiglio Federale in
    merito all’utilizzo da parte delle Società di atleti di nazionalità sportiva non italiana in possesso di
    cittadinanza italiana; preso atto della delibera 28 febbraio 2009 del Consiglio di Presidenza che
    stabilisce:
    Per gli atleti residenti in Italia dalla nascita o da un età non superiore agli otto anni si procede
    direttamente al tesseramento quale atleta italiano, comunicando alla FINA l’intervenuta
    opzione per la nazionalità sportiva Italiana;

    c) per gli atleti residenti in Italia da almeno un anno, che rilascino formale dichiarazione di
    non essere mai stati tesserati per altro club affiliato ad altra Federazione, si procede
    direttamente al tesseramento quale atleta italiano, comunicando alla FINA l’intervenuta
    opzione per la nazionalità sportiva italiana;

    ci) per gli atleti già tesserati per club di altre Federazioni, la F.I.N. invia la documentazione
    alla FINA per l’opzione sportiva italiana, subordinando il tesseramento al formale assenso
    della FINA;

    cii) per gli atleti che la F.I.N. intende utilizzare nelle squadre nazionali, è comunque richiesta
    la formale certificazione della FINA di attribuzione della nazionalità sportiva.
    In relazione a quanto sopra richiamato sono considerati “Atleti Italiani”, e tesserabili in tale
    categoria, esclusivamente gli atleti che, in possesso di cittadinanza italiana, siano anche titolari
    della nazionalità sportiva del nostro Paese, non rappresentando altra nazione o squadra nazionale nelle competizioni, secondo la citata normativa FINA e risultino convocabili per la nazionale italiana.

    Conseguentemente gli atleti in possesso di doppia cittadinanza che pur avendo optato per la
    nazionalità sportiva italiana entro il termine fissato per il tesseramento NON ABBIANO PERÒ ANCORA OTTENUTO LA CERTIFICAZIONE DI TALE STATUS dalla FINA sono tesserabili esclusivamente quali atleti “stranieri”, nel rispetto di quanto stabilito nei regolamenti di settore e, in generale dalle normative della F.I.N.

    e questo è il link: http://www.federnuoto.it/pdf/pn_reg_gen_09-10.pdf

  2. Giampaolo Abis said:

    Ripropongo il post già scritto sull’articolo della nazionale …..visto che questo sembra un articolo più idoneo alla questione…..ma perchè non partire con un club italia!!!!!una squadra che si allena 12 mesi l’anno insieme costituita da i migliori atleti e prospetti italiani , che vivono in collegiale e facendoli disputare fuori classifica la A d’elite ….secondo me e’ lunico modo per iniziare ad avere una nazionale realmente competitiva. sarebbe lo stesso discorso che anni fa intraprese la Fipav per la nazioanle femminile e visti i risultati attuali……. non sembra una cattiva idea!!!!
    saluti a tutti

  3. Marco Trespidi said:

    Quella citata è una norma conosciuta, ma è una norma federale accettata da club , cosi come il limte degli stranieri per squadra ad esempio, che è in violazione delle norme scaturite dalla legge Bosman, un club potrebbe tranquillamente schjierare un giorno 7 comunitari, e ci sarà di CERTO un grado di giudizio che gli darà ragione, perchè la legge è prevalente sulle norme federali . Per la setsa legge italian una persona in èpossesso di doppio passaporto vede attribuirsi a titolo prevalente queòllo italiano con TUTTI i diritti che la costituzione garantisce per QUALUNQUE cittadino italiano. Spero ceh la cosa ti sia più chiara.Una decisone federalòe funziona , se è in violazione di una norma superioire, solo fionchè esesita un “gentlemen agreement” tra le società. Diverasmnente non ha ragion d’essere.
    Per altro io sono personalmente assolutamente d’accordo , e lo ho detto ripetuatmente, chechi gioca in italia da italiano DEVE essre convocabile per la nazionale italiana, il punto è come obbligarlo in assenza di una legge che lo consenta. Ritengo anche che da un punto di vist apratico avere in nazionale quei 3/4 giocatori che lo valgono tra la conquantina(esclusi i vari Opalic, Brancaforte Radokkovic etc. che già ci giocano) che attualmente gioca in italia non penso ci porti alle Olimpiadi.Si tratta semplicemente di uan norma di rispetto, ma non cambierà nulla nel nuemro degli starnieri mi piacerebbe che anch questo fosse chiaro.
    Infine i campionati , se qualcuno pensa che una formual cosi fatta , o in uno degli altri 23 moduli che le altre società hanno proposto, possa ridare un volto alla pallamano italiano , bene siete fuori strada. Una riforma dei campionati è NECESSARIA per dotarci di formule adeguate alla nostra realtà, quale essa sia ha poca importanza, ma quello che si deve riformare è il LAVORO NEI CLUB: Su questo vi invito a fare qualche riunione , perchè questo è l’unico argomento serio di discussione per una rinascita.

  4. Marco Trespidi said:

    Il club Italia ( pallavolo e basket lo hanno co target diversi di età nel maschile e nel femminile e ora il rugby ha creato le “Accademie”)è un argomento difficile, a me piacerebbe molto vederlo attuato perchè se ne parla ad ogni livello da ormai 5/6 anni tra di noi , ma deve essere fatto con l’accordo delle società o con una presa di posizione della federazione. Difficili entrambi da realizzare.

  5. carino said:

    le società che si iscrivono alla federazione accettano la cossidetta ‘clausola compromissoria’ che vieta agli affiliati di rivolgersi alla giustizia ordinaria ‘scavalcando’ la federazione senza l’avvallo della stessa. quindi è senza dubbio vero che un eventuale grado di giudizio darebbe ragione ad una società, ma prima di allora la società stessa sarebbe estromessa dalla federazione. peraltro non capisco perchè una cosa che funziona nella pallanuoto non possa funzionare anche nella pallamano (visto che i nostri due sport sono notoriamente cugini).
    in poche parole, se si vuole, questa norma si può introdurre

  6. gino said:

    il club italia, individuando bene l’età degli atleti e prospettive, è l’unico rimedio  più immediato che si possa fare…..per mettere insieme una nazionale con almeno la sicurezza di averla allenata in maniera consona alla pallamano europea. Poi so che karabatic balic e anderson non vivono in italia e qua non sono reclutati all’ handball. Però mi domando (visti i periodi di crisi) ci sono le FINANZE (a parole simo tutti bravi ma trovare le risorse …) per un tale impegno ( oltre a creare il club anche bisogna sostenere gli atleti coinvolti con scuole, università rimborsi ecc)?     

  7. bordoni said:

    sempre le stesse cose, per cambiare in alto bisogna lavorare sulla base, la federazione deve fare il suo ma le società si devono imporre di promuovere e far giocare tanti ragazzi e di seguirli come devono meglio una serie c o b con un buon settore giovanile che una a1 o a2 con settori giovanili quasi inesistenti. Il lavoro è difficile ma sicuramente anche l’accentramento che la federazione ha avuto in questi anni è stato deleterio, parlo soprattutto dei comitati regionali e poi bisogna pensare di lavorare maggiormente a livello tecnico sugli allenatori, se prendiamo zupo per esempio bisogna che nel suo contratto ci sia una forma che lo obblighi a far crescere i livello degli allenatori italiani, altrimenti bisogna formare una commissione allenatori che svolga questa importante funzione. Una volta la federazione produceva tanto per gli allenatori ora questo è finito e invece e proprio sulla promozione tecnica e sulla promozione di base che deve andare tutto lo sforzo

  8. carino said:

    rispondo poi anche sul lavoro da fare nei club. già in altre occasioni ho detto e ribadito che non v’è dubbio che il punto a cui siamo è frutto del fallimento di tutti: società e federazione. su questo non si scappa.
    i club dovrebbero lavorare di più nelle scuole, tra i giovani, allargare la base, fare marketing ecc ecc…
    tutto vero.
    e se i club non lo fanno? ecco, io credo che qui ci sia la differenza tra chi sta a capo di una struttura e ne ha la responsabilità (come ha saggiamente ammesso il presidente nella sua intervista).
    chi ha la responsabilità è più colpevole degli altri nel lasciare lo status quo.
    le società non hanno strumenti per obbligare la federazione, se non agendo tutte insieme (e sappiamo bene che questo non succede MAI) un po’ perchè le società sono realtà molto diverse tra loro, un po’ perchè c’è sempre chi – in buona fede o no – lavora per dividere un fronte ogni volta che si crea.
    la federazione però ha – eccome – gli strumenti per obbligare le squadre.
    un ultimo accenno a chi dice che la riforma dei campionati non modifica nulla: su 14 giocatori a referto contro la grecia, 3 venivano da campionati esteri, 2 dalla a1, 1 dalla a2 e solo 8 dall’elite. di questi, 2 sono italiani ‘acquisiti’ come radovcic e opalic.
    quindi un campionato come la a1 dove sono contingentati sia stranieri che giovani, qualcosa produce (senza contare che in passato dalla a1 alla nazionale andarono anche ebner, campana, dallago ecc)

  9. Marco Trespidi said:

    Carino sei male informato sulla giustizia sportiva. La clausola compromnissoria non VIETA l’accesso alla gisutizia ordinaria, semplicemnte obbliga ad utilizzare PROMA i gradi della giustizia sportiva , poi può tranquilamente utilizzare la giustizia ordinaria. Fermo restando per altro che anche su questo ci sono sentenza che hanno sconfessarto la “clausola compromissoria”. Sul club italia l’impegno economico varia tra i 500.000 e i 700.000 euro, impensabile a meno di pesanti rinunce.

  10. gino said:

    premesso che sono d’accordo sulla riduzione degli stranieri.. ( e sul numero increscioso e di livello basso di italo/..) solo per un fatto puramente economico dell’attuale situazione in italia, domando: ma quali sono questi fenomeni italiani che non trovano posto in squadra?      poi domando al Trespidi se 700.000 euro (penso annuali e per un quadriennio )sono impensabili e dalle società questo viene fuori (a livello di giocatori e soldi) cosa si fa ? (andiamo a pescare trote?) 

  11. handbag said:

    …. ma siccome in questo periodo pare che si porti molto, vorrei rivolgere anche io le famose 10 domande: 1) Siete sicuri che la Nazionale, questa o altre rappresentative maschili e femminili, ogni qual volta si presenta a una competizione internazionale lo fa ben preparata con alle spalle un lavoro mirato e continuo nel tempo ?
    2) Ritenete che per ottenere dei risultati sia necessario definire un programma di lavoro pluriennale con individuazione precisa degli attori, dei relativi compiti e responsabilità, dei tempi di attuazione con step intermedi di verifica, oppure pensate che basti inventare ogni anno qualche formula magica per risollevare le sorti della pallamano italiana nel panorama internazionale ? 3) Considerate l’attuale livello degli allenatori italiani adeguato rispetto ai nostri competitor stranieri e se no pensate che questo possa contribuire a comprendere le difficoltà del movimento a tutti i livelli ? 4) Pensaste davvero che una Nazionale competitiva possa essere figlia di un campionato mediocre ? 5) Ritenete che l’attuale base di ragazzi e ragazze italiani che giocano a buon livello possa garantire la disputa di campionati nei quali costoro abbiano la possibilità di crescere misurandosi in un contesto agonistico e tecnico adeguato ? 6) Quanto tempo secondo voi è necessario per ricostruirre la base allargandola e in quali campionati ritenete che un giovane di 16/19 anni debba avere la possibilità di formarsi ? 7) Pensate che la Federazione possa sostituirsi ai Club nell’organizzazione dell’attività tecnica di base e nella preparazione degli atleti di vertice garantendo le coperture economiche necessarie ? 8) Considerate un campionato di venti squadre organizzato su base territoriale la formula vincente per migliorare il livello tecnico del gioco e quindi la preparazione dei giocatori ? 9) Ritenete che ci siano molti giocatori e giocatrici italiani ingiustamente ignorati dai club migliori solo per far posto nei rooster a giocatori/trici stranieri/e o naturalizzati/e ? 10) In quanto tempo pensate che la ristrutturazione dei campionati e la limitazione degli stranioeri e naturalizzati possa consentire il tanto auspicato salto di qualità ? Sarei felice di avre qualche risposta, grazie.

  12. Marco Trespidi said:

    Il Trespidi ti dice che i 5/700.000 sono annui , che è difficile se non impossibile trovarli. Che se non vengono dai club , cosa che succede in tutto il mondo, i club devono ristrutturarsi per qualità e competenze nella ricerca del talento prima e nella cura del talento poi . Devono preoccuparsi di aumentare il numero dei tesserati, in questo anche gli enti periferici federali devono attivarsi FINALMENTE,devono qualificare i loro tecnici permettendo, almeno nelle serie nazionali , di svolgere attività da professionisti o semi professionisti.Investendo in questo modo MOLTE più risorse nella attiviità giovanile

  13. Marco Trespidi said:

    Hand ti rispondo sinteticamente poi se il caso ampliamo la discussione: 1)No. 2)Si.3)No, causa determinante anzi.4)No.5)No.6)4 anni.7)No.8)No.le formule nulla hanno a che vedere con lo sviluppo tecnico degli atleti o in parte insignificante in termini percentuali. 9) Si. 10)In nessun tempo, sono cause minori, per capirlo basta vedere la pallamano di altre nazioni o semplicemente gli altri sport a casa nostra.

  14. Lars said:

    Signor Trespidi perchè il punto 1 di hand non viene attuato neanche con un ”maestro di professionismo” come zupo? Perchè insomma la nazionale non si può preparare come si deve x delle qualificazioni? grazie

  15. Marco Trespidi said:

    Perchè prepararsi adeguatamente vuol dire molte cose, e in questa nazionale ( come sempre e non può essere diverso) convivono i professionisti “full-time” che sebbene ricattati dai club hanno la voglia e la passione per essere sempre presenti in nazionale, e quelli che lavorano regolarmente le cui ferie non possono dipendere solo dalle attività della nazionale ma anche dalle esigenze dei vari uffici, alla fine c’è anche l’aspetto economico che non va sottovalutato. Se l’unico “maestro di professionismo” ( però bisognerebbe capire cosa vuol dire essere professionisti) è l’allenatore , le realtà sono troppo distanti per comprendersi oltre tutto.Le prossime qualificazioni cominceranno con una tappa importante e difficile secondo la nuova normativa per le qual. agli europei: a metà giugno nella prima data dei playoff si disputeranno dei gironcini a campo unico a quattro squadre in cui le prime due avranno accesso ai gironi di qualificazione con gare di andata e ritorno, non qualificarci li vorrebbe dire davvero cadere nell’anonimato più totale.

  16. Lars said:

    grazie mille. certo che siamo messi malissimo eh…non solo a livello di club ma anke di nazionale. Se pensiamo che intorno a noi ce il gota della pallamano (spagna, francia, germania, fino a tutto l’est) e non riusciamo ad imparare un cavolo di niente. La svizzera, nostra vicina di casa, si è pure qualificata hai play-off…così come pure l’olanda che non certo spicca per nomi altisonanti. Qual’è la differenza tra l’italia e l’olanda??? cos’hanno di + loro?

  17. Lars said:

    che delusione ragazzi…sono entrato in paranoia. e magari quelli dei piani alti se la fumeggiano fregandosene di tutto e tutti. beati loro…

  18. Marco Trespidi said:

    Beh Cipro ha battuto la Bielorussia……Israele ha battuto la Bulgaria….l’Estonia ha battuto il Belgio….il Lussemburgo ha battuto la Lettonia…..ti assicuro che questa situazione è tutto meno che inosservata

  19. Linomito said:

    Sì a una prima e a una seconda divisione nazionale a un girone con chi ci sta, minimo otto squadre, se non se ne trovano sedici per farle se ne fa una sola con più squadre ma assolutamente bisogna avere un campionato vetrina dove il Siracusa giochi col Bologna. Poi sono d’accordo che non è questione di formula, ma la prima divisione e per me anche la seconda devono essere nazionali.
    Sì ai due stranieri in campo. A patto che anche i comunitari rientrino nei due stranieri, ferma restando la totale libertà di tesseramento che è una norma di diritto comunitario. Mi spiego: tu puoi tesserare anche venti comunitari, ma poi in campo possono andare solo due stranieri.
    Quanto ai naturalizzati non convocabili: ok uno solo in campo, ma io qui farei proprio uno solo tesserabile, per calmierare il mercato (meno posti disponibili = meno domanda = ingaggi controllati) stando attenti però a non fare in modo che fare piazza pulita dei naturalizzati da pochi soldi non faccia schizzare gli ingaggi di quelli forti.
    Contrarissimo al club Italia. Secondo me non serve a niente e poi bisogna guardare in faccia la realtà: già facciamo fatica a creare professionisti mò tutt’una volta ci sognamo il club Italia??? Piuttosto diamo la nazionale a un tecnico italiano che ci metta passione e cuore, date le esperienze con i santoni stranieri.
    Prendere un tecnico specialista per le nazionali giovanili, anche straniero, che interagisca con i club dettando le linee guida e girando l’Italia per verificare se e come vengono seguite, d’intesa col coach della nazionale maggiore. Sanzioni per chi non si adegua. Ovviamente sarà suo compito adattare queste linee al materiale umano a disposizione dei club, avendo come interfaccia sul territorio i tecnici regionali da individuare ove assenti.
    Costituzione di un settore tecnico federale come si deve, che organizzi corsi di aggiornamento annuali per tecnici a tutti i livelli, tanto oggi ci sono le teleconferenze via Skype che non costano niente, con frequenza obbligatoria.
    Rilancio dei comitati regionali e dei delegati provinciali, coprendo tutte le sedi e dando loro il compito di fare da punto di riferimento per le attività tecniche appena illustrate. Affidare loro l’attuazione sul territorio di un piano di sviluppo simile al progetto continuità di 15 anni fa da redigersi a livello centrale.
    Creazione della lega delle società di prima divisione, con ufficio marketing e ufficio stampa separato da quello della federazione che lavorino a stretto contatto con i loro club per la promozione del campionato-vetrina.
    Ripristino della figura del responsabile tecnico degli arbitri alla Domazedt-Vujinovic, stavolta anche col compito di tenere costanti rapporti con i presidenti CAR e i commissari: anche per costoro corsi di aggiornamento tecnico almeno annuali obbligatori separati dai raduni, nei quali si devono fare altre cose.

  20. Luca Basile said:

    Coach, lei che ha contatti all’estero, riesce a recuperare i dati dei tesserati in nazioni come la Spagna, la Francia o la Germania, ma anche della Croazia,della Slovania, della Svizzera che hanno sicuramente meno abitanti di noi, per raffrontarli con il totale dei tesserati italiani? Credo che il nostro problema sia fondamentalmente il numero dei praticanti. Nei vari post ho letto commenti con possibili altri 10-12 nomi di giocatori validi convocabili al posto di quelli scelti di Zupo, la Grecia ( 11,5 milioni di abitanti) ed il Montenegro (600.000) probabilmente ne hanno lasciati a casa un centinaio di atleti altrettanto validi!!
    Dobbiamo lavorare nelle scuole tutti insieme, società e FIGH, per l’obiettivo comune di decuplicare (minimo) il numero dei tesserati, poi potremo preoccuparci della formula dei campionati, di corsi d’aggiornamento per tecnici, di Club Italia etc..etc..
    Lukebas

  21. Marco Trespidi said:

    Non penso ceh abbiano alsciato a casa un centinaio di atleti validi, comnque su un dato non ci piove: dobiamo aumentare la base, non servono i confronti in questa direzione con paesi che hanno radicata la tradizone della pallamano, sarebbe come confrontare il numero di tesserati della pallanuoto in italia con quelli della Norvegia. E’ un dato di fatto che maggiore è il numero dei praticanti di una disciplina maggiore è la possibilità di reperire talenti, per questo dobbiamo essere competitivi, con una offerta ai giovani atleti che venga dai club .

  22. mamo said:

    La maggior parte delle medaglie olimpiche vinte nella storia del nostro paese sono inossidabilmente legate all’esistenza dei gruppi sportivi di corpi militari e non.
    Gli atleti praticanti una disciplina “povera” hanno così la possibilità di campare ed entrare nel mondo del lavoro in maniera potenzialmente stabile e, contemporaneamente di allenarsi in maniera professionistica.
    Noi no, noi facciamo i “fighi” e fondiamo l’Elite, una lega che sta diventando ridicola e che si basa unicamente sul reperimento di denaro per pagare atleti stranieri e scaricare fatturoni…
    [MODERAZIONE DI PALLAMANOITALIA], cheffamo???

  23. mamo said:

    una curiosità: perchè cancellate sistematicamente i miei interventi?

    • Matteo Aldamonte said:

      Non cancelliamo nulla. I commenti finiscono in coda di approvazione, una volta approvati sono online. Se non esce subito, è perchè è in lista di approvazione.

  24. mamo said:

    ok, mi correggo: perchè moderate sistematicamente i miei interventi?

  25. Marco Trespidi said:

    Ti faccio presente che il riferimento vale per gli atleti di discipline individuali, non per quelle di squadra da molti molti anni. Nella pallamano esisteva la nazionale militare ma non c’entrava nulla)la squadra dell’Esercito vinse il campionato nel 73 e ci giocava Tiziano Signorini che immagino tu conosca…..), ci fu poi la attività conservativa da cui uscirono vari atleti in ogni caso nulla a che vedere con i casi di cui parli tu , quindi non facciamo confusione per cortesia.In quanto alla elite se i club la avessero presa per quello che è :una grande vetrina per proporre uno sport al massimo livello , i risultati sarebbero diversi. Alcamo è un esempio, i club sanno da un mese prima quando giocano, è difficile fare una attività di promozione come quella di Alcamo e portare 1.000 persone in palazzetto? A giudicare dalle miserie viste su Sky E rai direi di si.

  26. Andrea said:

    Caro mamo non siamo tenuti a spiegarti i motivi delle moderazioni e di eventuali cancellazioni. 
    Grazie.

  27. handbag said:

    Caro Coach prima di tutto ti ringrazio per le risposte che hai dato. Poi rispetto alla n. 9 mi potresti fare 10 nomi di atrleti maschi e 10 di atlete donne ingiustamente esclusi (non per loro volontà o manifesta incapacità) dai rooster delel squadre migliori in favore di stranieri o naturalizzati.
    Penso che avrai molte difficoltà a risposndermi soprattutto nel femminile.

  28. Marco Trespidi said:

    Ti prego di non considerare la risposta un modo di aggirare l’ostacolo, io non voglio entrare in scelte tecniche di altri allenatori. quindi non è una domanda a cui voglio riposndere , ma ragazzine lasciate a giocare a carte in panchina per far posto a improponibili o per lo meno di pari qualità doppiopassaportiste e straniere scarsamente abili penso siano negli occhi di tutti.

  29. miki said:

    A Capua abbiamo un buon numero di bambini che praticano la pallamano, negli anni scorsi ci siamo iscritti all’under 12 e poi per mancanza di iscrizioni abbiamo optato per l’under 14 con un grosso divario di età. Questa situazione porta questi bambini a preferire altri sport che li fanno giocare con i pari età. Quest’anno non c’è neanche il campionato under 14 cosa faccio? Ho cercato di organizzare un torneo under 14 ed under 12 mi sono ritrovato a giocare tra di noi con squadre miste per età. L’entusiasmo di questi bambini dove finisce? Chi mi fa impegnare e caricarmi di responsabilità per prendere bambini delle elementari e medie che poi si assottigliano per mancanza di attività agonistica. Era stato chiesto alla Federazione di fare campionati giovanili a concentramento in modo che poche squadre potessero svolgere dei mini tornei con una possibilità di propaganda maggiore, dando alle società la possibilità di organizzare di volta in volta una festa, la risposta è stata che i campionati non possono svolgersi a concentramenti e di conseguenza non si svolgono. Penso che sia più utile pensare al concreto piuttosto che fare proclami astratti come se fossimo una grande federazione con elevate possibilità economiche. Riformiamo tutto quello che vogliamo ma pensiamo a far allenare gli atleti al meglio e soprattutto pensiamo a farli giocare poi penseremo ai risultati alle programmazioni quadriennali ed hai risultati internazionali.

  30. Linomito said:

    Quest’ultimo intervento mi convince ancora di più della necessità di rifare completamente struttura, compiti, funzioni e programmi dei comitati regionali.

  31. handbag said:

    Caro Coach quanto mi piace la tua capacità diplomatica, sei pronto per incarichi prestigiosi, ma purtroppo devo dirti che la tua risposta conferma quello che pensavo: nessuno/a. Vedi, carissimo, il problema non sono stranieri e naturalizzati, ancorchè ritengo sacrosanto tutto ciò che dici sulla qualità, molto spesso scadente o peggio ancora sulla inutilità di alcuni ingaggi. Gli stranieri e i naturalizzati non vanno limitati o aboliti per decreto, ma andrebbero scelti bene e soprattutto bisognerebbe tesserare giocatori/trici che effettivamente completano i rooster e permettano alle squadre un miglioramento della qualità del gioco. Tu sei troppo esperto e competente per non sapere questo ovvero per negare che gli italiani possono diventare competitivi solo in un campionato competitivo. Per questo ti inviterei a lasciar stare “crociate” demagogiche e xenofobe (purtroppo queste sono due delle principali malattie di questo nostro povero Paese) e ad impegnarti, invece, perchè puoi e sai, affinchè cresca la competenza di dirigenti e allenatori e, di conseguenza, le scelte di questi ultimi diventino sempre meno estemporanee e piùutili alla causa comune. Avrò piacere di approfondire, magari litigando, Ciao

  32. carino said:

    caro handbag il tema è diverso: se si possono prendere tanti stranieri e/o naturalizzate, molte società (ce ne sono di esempi lampanti) possono infischiarsene del settore giovanile e prendere questo.
    un italo-argentino (o uruguaiano, brasiliano ecc) costa 800-1000 euro al mese (parlo di quelli appena arrivati o non di prima fascia): se tu ne prendi 3-4 per 7-8 mesi spendi più o meno quello che avbresti speso per: 3 allenatori delle giovanili, palestre, tasse gara, medici, trasferte, maglie, palloni… con 1.000 mal di testa perchjè quando hai dei ragazzini hai anche dei genitori che (giustamente) vogliono sapere cosa fa e dove va loro figlio, vogliono assicurazione ecc…

    quindi ci sono società (ti assicuro che ce ne sono) che preferiscono fare la squadra ogni anni con 3-4 naturalizzati più qualche giocatore trovato qua e là, piutossoto che mettersi a fare un settore giovanile.
    se questa opportunità sparisse, le succitate società o sparirebbero (e nessuno ne sentirebbe la mancanza) oppure inizierebbero a fare il settore giovanile, per il bene del nostro sport

  33. handbag said:

    Le mie nuove 10 domande: 1) pensate che lavorare per campionati nazionali e competitivi, da parte dei Club con l’appoggio e l’avallo della Federazione, sia antitetico e confligente con l’attuazione nei territori di azioni per lo sviluppo dei settori giovanili; 2) ritenete che i Club di vertice non investano adeguatamente in risorse umane e quindi economiche per lo sviluppo dell’attività di base solo perchè “costretti” a spendere soldi per stranieri e naturalizzati oppure tale basso investimento è solo il frutto di mancanza di programmi e strategie di lungo respiro; 3) pensate che in Italia l’attività di base sia carente solo per lo scarso impegno dei 20/30 Club di vertice (tra maschile e femminile, forse ho esagerato!) oppure manchi “clamorosamente” una fascia intermedia di operatori attivi quotidianamente che sappiano e vogliano fare il lavoro di base (come avviene in tutti gli alti sport e in tutti i paesi del mondo); 4) pensate che ci siano 20 ragazzi e 20 ragazze selezionati/e “disponibili” con le rispettive famiglie ad aderire ad un ipotetico progetto Club Italia; 5) chi ritenete debba guidare dal punto di vista tecnico ed organizzativo il progetto Club Italia; 6) pensate che la Federazione debba impegnarsi per favorire il più possibile la disputa di campionati intermedi degni di questo nome in tutte le regioni, oppure pensate che ciò non sia necessario e che dopo un paio di anni i ragazzi e le ragazze di 16 anni debbano, per crescere, giocare stabilmente in serie A1; 7) avete mai navigato su internet per informarvi sull’organizzazione periferica e dei campionati intermedi o “minori” negli altri paesi europei; 8) esiste, secondo voi, un progetto condiviso “Maglia Azzurra” oppure tutti noi ci ricordiamo di quella Maglia solo tre volte all’anno dopo l’ennesima “figuraccia”; 9) secondo voi quali dovrebbero essere gli obiettivi di risultato che la Federazione dovrebbe indicare per il quadriennio in corso e per il successivo (perchè la programmazione di una Federazione Olimpica mi pare sia quadriennale in tutto il mondo); 10) siete sicuri di fare qualcosa ogni giorno per questa nostra povera palalmano ????????????? Grazie.

  34. handbag said:

    Sono d’accoro con te Carino. E se è vero ciò che dici, come è vero, non c’è rimedio, ti spiego. Se la realtà di molte società è quella che tu dici, ti sembra che dirigenti di tal fatta si mettano di punto in bianco a pagare istruttori, organizzare tante mini trasferte ed affrontare i mille “mal di testa” provenienti da ragazzini e famiglie solo perchè non è più possibile “raccattare” stranieri mediocri e naturalizzati alla fame ???? Hai risposto alla domanda numero 3, mancano i programmi di largo respiro perchè non ci sono persone (dirigenti e allenatori) disponibili a farli. Costoro non saranno disponibili a prescindere dai regolamenti perchè non fa parte del loro DNA sportivo (ammesso che lo abbiano), anzi penseranno <>. Quindi siamo al punto di prima, non ti pare ?

  35. handbag said:

    State a sentire un vecchio Rompi….lle, lasciate stare regolamenti fantasiosi, formule di campionati “magiche” ed editti proibizionisti e antistorici. lasciate stare pure il marketing e il management, concetti troppo abusati……. L’unico rimedio è che tutti noi ogni mattina, quando ci alziamo dal letto cominciamo a fare qualcosa, anche piccola ma ogni mattina, mi raccomando, per migliorare l’organizzazione del nostro Club, per aggiungere un praticante, per coinvolgre uno sponsor, per interessare un dirigente scolastico o un professore di educazione fisica, per aggiungere un mattoncino alla costruzione di una casa sempre più solida e grande. Chi ha l’onere e l’onore di gestire Club di vertice cominciasse a fare scelte tecniche “non obbligate” ma lungimiranti, chi sa lavorare con la base andasse a lavorare in palestra, e così via. Vedrete che dopo un po’ di tempo qualche risultato arriverà……….. Buona gionata a tutti.

  36. Marco Trespidi said:

    Intanto a me del “diplomatico” non me lo ha mai dato nessuno!!!!!!!!!!!!!!!!Scherzi a parte la affermazione mi fa sorridere, perchè è noto che dico quello che ho in testa , questo però non mi impedisce di cercare di rispettare norme elementari di etica (non sempre ci riesco lo so)che ho disatteso spesso, fino al rendermi conto che il farlo tra noi allenatori è uno dei motivi del nostro degrado.Posso farti non 10 ma venti trenta nomi, non basta essere nel rooster se poi lustri col sedere tutte le panchine d’Italia e fuori confine!!!!!Ho avuto la possibilità e la fortuna come nessun altro allenatore italiano di lavorare con tutte( eccetto forse 2 elementi) le migliori straniere arrivate in Italia, qualche nome? Lepoglavec, Kitic, Karlova, Cotar , Kolega , Bozovic, Anteric, credo possano bastare per farti capire quanto io abbia avuto modo di apprezzare, capire e comprendere quanto sia importante la presenza di uno straniero/a di livello in un gruppo soprattutto giovane ma anche esperto, nella sua crescita e sviluppo tecnico , non da ultimo per quello dei suoi allenatori. Per questo non mi ritengo affatto xenofobo, ma ritengo vergognoso ,deprimente e dequalificante vedere in giro per le palestre personaggi che svernano nelle patrie spiagge per completare degnamente sfolgoranti (?!) carriere, è inutile nascondersi dietro la realtà che “Prendo il sudamericano perchè costa meno di un giovani italiano di talento” questo modo di pensare va affrontato non ignorato! Quante sono le società che con gli argentini li fanno arrivare li provano ( cosa LOGICA PER CHIUNQUE ABBIA UN GRAMMO DI SALE IN ZUCCA SENZA PASSARE DAL CONTO ARANCIO!!!) e poi se è il caso li prendono? Noooooo e perchè spendere cosi tanti soldi?Meglio fidarsi di improvvisati “manager” o “agenti” che dalla vendita delle banane al banco dell’ ortofrutta sono passati direttamente al proporre stranieri di prestigio……Su una cosa hai assolutamente ragione : NON sono formule dei campionati come sto dicendo da una vita e fortunatamente non sono il solo , non è il numero degli stranieri o naturalizzati, che possono migliorare il movimento entrambe le cose vanno modificate per essere più rispondenti alla nostra realtà , per essere più funzionali, ma FINISCE QUI. La differenza la fa smettere di chiaccherare e di cercare scuse, la differenza la fa tornare in palestra , tornare a scuola e portare gente nuova ad innamorarsi di questo sport. Come è successo a me e, pareri diversi a parte, a quei pochi che qui hanno la voglia di scrivere. E per finire Handbag, ogni volta che ho un incarico fuori da un club, dura molto , molto ,molto poco…….chiediti perchè…:-)

  37. dino said:

    Certo è che chi deve assumersi le responsabilità non si esprime e delega un gruppo di società ad elaborare una proposta…………………..oscena:
    Signori siamo seri, il max campionato di qualunque disciplina (compreso il tiro alla fune) deve essere a girone unico e su tutto il territorio nazionale da Tarvisio a Trapani. Un altro discorso è il numero delle squadre che può variare da dodici a sedici.
    Invece, mi sembra che la riunione delle società ha partorito un topolino, tra l’altro si evince anche una forte contrapposizione razziale: lega nord e lega sud; eliminazione degli stranieri; riduzione dei naturalizzati, magari gli ritiriamo il passaporto italiano.
    Mi sembra che la pallamano italiana abbia bisogno di altre formule, e di persone che guardano al di là del loro “piccolo orticello” che hanno a cuore le sorti di tutte le componenti e che abbiano la capacità di cedere le “quote di sovranità”, occorre coinvolgere altre risorse umane e finanziarie esterne al movimento.

  38. Linomito said:

    1) Ma che domanda è? E’ ovvio che si devono fare entrambe le cose!
    2) Ti sei risposto da solo formulando la domanda
    3) La “fascia intermedia” non è numericamente adeguata a coprire il territorio perché molti bene intenzionati non trovano interfaccia dirigenziali e/o federali adeguati e mollano
    4) Forse sì ma il club Italia per me non serve a niente. Piuttosto creiamo cento professionisti/e e organizziamo gli stage delle nazionali con un congruo numero di giorni compatibile con i club e vedrete che di club Italia non ci sarà bisogno.
    5) Ovviamente il commissario tecnico! Ma adeguatamente sostenuto da una federazione che dialoghi e non litighi con la necessarissima lega di élite
    6) La categoria non c’entra niente: la crescita dipende da COME e QUANTO ti alleni e da CHI ti allena
    7) Sì
    8) La seconda che hai detto
    9) Aumentare il numero dei praticanti non occasionali, conquistare più spazio sui media, ripristinare un’attività costante degli organi periferici. I risultati sportivi miglioreranno di conseguenza.
    10) Sul mio conto lascio rispondere agli altri

  39. Marco Trespidi said:

    Dino, nessuna delega di alcun tipo, la riunione di Verona è stata organizzata dal sign. Podini in forma autonoma. Chi ha voluto patecipare ha partecipato. Il documento uscito dalla riunione NON e’ in alcun modo vincolante dato che solo la FIGH può stabilire la formula di un campionato. Mi sembra però importante che le società abbiano voluto esprimere il loro parere ( anche se solo una parte) nel tentativo di arrivare ad una soluzione il più possibile condivisa. Il tutto si riduce al tentativo di risparmiare soldi in trasferte e un pò di confusione tra quelle che sono le norme possibili da applicare e quelle impossibil per evidenti oblighi giuridici. Poteva essere meglio ma è un inzio. Certo se fossi una società siciliana o sarda mi inca…ei un pochino ma tant’è………

  40. gino said:

    non iniziamo a parlare di conflittualità nord/sud/est/ovest…..e già positivo che qualcuno si è mosso vista l’immobilità locale della pallamano italiana ! dov’è finita la lega d’elite o dove sono le società per trovare e proporre…ecc poi si può fare meglio ok ma almeno qualcuno fa o tenta di fare indipendentemente dalla latitudine .   

  41. dino said:

    questa è una bella domanda! dov’è finita la lega che è nata a Teramo l’anno scorso? Se chiedi ai diretti interessati non sanno nulla. Immagina chi come noi tenta di avere notizie. 

  42. Linomito said:

    Non dobbiamo parlare di conflittualità geografiche e intanto la lega è abortita proprio per un contrasto che vede le settentrionali contro le meridionali…

  43. Linomito said:

    Uno dei motivi, il principale stando alle mie informazioni, è che le settentrionali non volevano Scisci presidente, sostenuto dalle meridionali.

  44. Gino said:

    Vedi che non esiste ,che scisci sia del sud non c’entra,come sempre si cercano alibi per nascondere la poca volontà !

  45. dino said:

    credo anche io che Scisci è un alibi, qualcuno ha deciso che non era il caso di delegare “i poteri” ad altri ed io aggiungo ma quali poteri? trattasi solo di responsabilità di mantenere vivo un movimento che si avvia ormai alla deriva.

  46. Linomito said:

    Mi risulta che questa volta la Federazione si fosse convinta e che il principale dei vari problemi fosse proprio chi dovesse fare il presidente di Lega.

  47. Marco Trespidi said:

    Penso che cercare di dare colpe alla FIGH per la perdurante assenza della Lega è risibile.Sono almeno 3 anni che le società sono forzate a creare la Lega, il fatto che non riescono mia a mettersi d’accordo, se non è per questo è per quello e cosi siamo sempre qua ad aspettare.Noto con piacere numerosi movimenti e riunioni per la struttura dei campionati, chissà che non riescano ad uscire due giorni consecutivi con la stessa proposta, sarebbe un notevole passo avanti……..

  48. mamo said:

    Marco, ti pare che volessi paventare una nazionale militare? Forse non me lo sono piegato bene, parlavo solo di gente che per vincere è obbligata ad entrare in gruppi sportivi ed è grazie a questi se si vince qualcosa. La rilevanza e il paragone con la pallamano e che noi, praticanti una disciplina nel nostro paese senz’altro povera, facciamo i fighi fondando l’ELITE, ooohhh che figata… ELITE, siamo i più belli!!! Cazzate, è un baraccone per scaricare fatture, non ha fatto certo bene alla pallamano, lo dimostra il livello, calato in tutte le categorie.

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