A1F | Casalgrande resta in massima serie. La parola a Peppe Miceli

Dopo un campionato fatto di alti e bassi, il Casalgrande Padana del tecnico Miceli ha superato l’ ostacolo del doppio incontro di Finale Play Out, conquistando in entrambe le occasioni il successo sulla giovane formazione dell’ Aliper Dossobuono. Due vittorie che valgono la permanenza nella massima serie femminile e che vedranno, dunque, la compagine reggiana ai nastri di partenza del campionato in rosa nella prossima stagione. Queste le dichiarazioni del tecnico Peppe Miceli.

PallamanoItalia: Grazie al successo maturato dinanzi al pubblico amico del Palakeope, il Casalgrande Padana ha centrato la permanenza nella massima serie. Innanzitutto quali sono state le sensazioni e le emozioni vissute al termine dell’ incontro?

peppe miceliMiceli: “Quando si vince le sensazioni sono sempre forti, ti caricano dentro in una maniera assurda. L’adrenalina in corpo ti fa sussultare ad ogni goal e poi partite come l’ ultima disputata dove sono riuscito a far girare tutto l’organico senza perdere il controllo della gara ti fanno pensare che in fin dei conti, al di là di tutto, si è lavorato e si sta lavorando bene “.

P: Ad inizio stagione gli ‘addetti al lavoro’ ipotizzavano per il Casalgrande un ruolo diverso in campionato, terminato poi a dispetto dei pronostici con la disputa della finale Play Out. Quali pensi siano stati i fattori che non hanno consentito alla tua squadra di lottare con le prime della classe?

Miceli: “Come spesso accade all’inizio dell’anno si fanno pronostici in base a quello che è stato l’anno passato, e non nascondo che anch’io avevo sperato in un campionato diverso. Purtroppo, però, abbiamo fatto un po’ tutti (addetti ai lavori e non) i conti senza l’oste, senza considerare anche gli extra che per noi in primis sono stati perdere una giocatrice come Giulia Fornari, elemento fondamentale di una rosa che si era allenata (direi anche bene) durante la fase di preparazione, che ci ha portato a disputare un buon inizio di campionato, dopodiché ho dovuto provvedere a ritrovare un gioco con giocatrici diverse e quindi con stili diversi.

La più vicina a caratteristiche tattiche a Fornari poteva essere Dallari ma all’epoca dei fatti risultava ancora “acerba”, per supportare quel ruolo per me di fondamentale importanza per la tipologia di gioco, e quindi ho fatto ricadere le mie preferenze su Popescu che non ha le caratteristiche del centrale “tipo”, ma vanta una grande esperienza. Oggi come oggi invece ti dico che la maturazione di Giulia Dallari, schierata titolare in queste ultime importanti e decisive gare, rimane uno delle mie soddisfazioni migliori. Cosa non ci ha permesso di giocare alla pari con le altre squadre? Direi niente.. forse un po di sfortuna a volte. Abbiamo giocato alla pari contro tutte le squadre di ” prima fascia ” se non vogliamo guardare i punti in classifica ma i risultati delle singole partite. Vedi anche la bella prestazione e vittoria contro Conversano. Ritengo che le uniche partite di Regular Season giocate in maniera pessima sono state le due con Ferrara e la gara di ritorno contro Cassano, dove abbiamo regalato l’ultimo quarto di gara alla squadra ospite. Nelle altre nessuna avversaria si è fatta la passeggiata a giocar contro Casalgrande “.

PDi contro, quali sono state le note positive di questa annata, qual è il tuo bilancio personale alla prima esperienza sulla panchina del Casalgrande e cosa ti aspetti dal futuro ?

casalgrande” Le note positive di quest’annata sono state sicuramente l’ “esperienza Casalgrande” a 360 gradi.Una società seria ed organizzata che permette di lavorare in tutta tranquillità, poi tutto il gruppo di giocatrici, che ho visto migliorare e maturare di giorno in giorno. Questa esperienza a Casalgrande si avvicina molto alle mie esperienze nel mio, ad oggi, lavoro principale, cioè quello di personal trainer. In che senso? Beh, quando lavori one to one hai una fase di studio nella quale si ha quasi sempre un miglioramento visibile e riscontrabile da subito, poi subentra la parte della stanchezza, dove i risultati non si vedono perché stai navigando in qualcosa di sconosciuto, non familiare, in gergo la chiamiamo zona del non comfort, è la fase della tensione, dove quasi odi tutto quello che fai, e tutto quello che ti dicono di fare. Sembra che non ti muovi, ma ti stai muovendo, piano, a tentoni, ma ti stai muovendo, poi appena fai tua quella parte incominci a prenderci gusto e ti rendi conto che hai fatto ancora un passo avanti e si vede l’obiettivo più vicino.

Ed ecco che tutto ti è di nuovo familiare, solo che adesso sei più snello o più forte o più bravo. Lo stesso è successo a Casalgrande, che si è dovuto adattare ad una tipologia di gioco nuova (fuori dal comfort) più veloce, più resistente. Con loro non ho cercato il male minore, ma sempre la soluzione migliore anche se ero conscio che avrei faticato il doppio. Numeri alla mano questa squadra adesso fa molto più goal. Fornari prima e Bernabei, Dallari, Giombetti e Kere (nomino loro perché hanno trovato anche più minutaggio rispetto alle altre), sono punti fondamentali del nostro scacchiere di gioco. Furlanetto ha ritrovato la Nazionale e ha segnato molto di più dello scorso anno in quella che deve essere la sua posizione,ovvero quella di terzino sinistro; Francesca Franco che proveniva da un’anonima partecipazione in Futura adesso gioca a buonissimi livelli in attacco ed è stata ed è la nostra corazziere da difesa. Poi ancora nomino Neroni, un’autentica lottatrice, che ha avuto anche un anno un po’ sfortunato, con un brutto infortunio nella fase in cui poteva essere sfruttata di più; Gaddi che proveniva dalla serie B adesso gioca allo stesso livello delle compagne più esperte; Manzini che veniva da 2 anni di stop per maternità è tornata anche lei a buoni livelli. Devo anche ringraziare le mie “vecchiette” Popescu, Swiszcz e capitan Bassi che mi sono state di grandissimo aiuto con la loro professionalità e bravura e che hanno permesso una crescita umana e professionale di alto spessore a me e a tutto il gruppo “.

di Piero Attanasio

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